Incontro con Norma Pielli, che sostiene di aver creato per prima il celebre dolce. A Tolmezzo, provincia di Udine, correva l’anno 1951…
In principio ci fu il burro, poi venne il mascarpone che lo scalzò e segnò la svolta: il “Dolce Torino” (torta catalogata anche da Pellegrino Artusi) con le dovute modifiche sfociò così in una delizia che divenne la preferita forma di tonico rinvigorente dopo escursioni in montagna e giornate passate sugli sci. Correva l’anno 1951 quando dalla cucina dell’Albergo Roma di Tolmezzo, in provincia di Udine, uscì il primo esemplare di tiramisu. Questo è quanto sostiene la creatrice Norma Pielli (classe 1917); a battezzarlo fu il marito Giuseppe (Beppino) Del Fabbro assieme al quale gestiva il celebre ristorante affacciato su Piazza XX Settembre: “questo è un dolce che tira su disse Beppino” – ricorda Norma – “chiamiamolo tiramisu”. Era il 1951 “o forse il ’52, non ricordo bene”, aggiunge Norma, che abbiamo raggiunto nella sua casa che si affaccia su Piazza Centa, a Tolmezzo. Il bastone che usa per aiutarsi a camminare è l’unico segno eclatante dei suoi oltre novantatrè anni, visto che i ricordi legati alla cucina e gli aneddoti scintillano nelle parole di questa brillante donna, scalfiti solo raramente da piccole amnesie. La forza con la quale sostiene la maternità del dessert celebre e diffusissimo nel mondo, si avvicina al concetto di fede incrollabile, di fronte alla quale poco valgono i tentativi di sbrecciarla e, alla fine, tale convinzione ti resta addosso e finisci per credere a quella che per decenni è stata la voce popolare in questo angolo di Nordest: il tiramisu fu inventato a Tolmezzo, all’albergo Roma. Un “Roma” ben prima del “Roma”, cioè di quello che negli anni settanta e ottanta è stato poi celebrato come punto di riferimento per la cucina legata al territorio, secondo lo stile di Gianni Cosetti.
Come nacque quindi il tiramisu? “Noi facevamo il dolce Torino (prevede savoiardi, burro, cioccolata, rosso d’uovo, latte. Ndr), lo modificai, sostituendo il mascarpone al burro. L’altra cosa fondamentale fu che inzuppai i savoiardi nel caffè amaro”.
Il resto è una ricetta che possiede qualche variante, ma che nella versione originale made in Carnia, era la seguente. Ingredienti: Mascarpone 500 grammi; zucchero 400 g.; 4 tuorli d’uovo; 4 albumi d’uovo montati a neve; biscotti savoiardi; caffè amaro; cacao. Montare i tuorlo d’uovo con lo zucchero, mettervi il mascarpone montando l’insieme per alcuni minuti. Quindi aggiungere gli albumi d’uovo montati a neve e formare, con delicatezza, un impasto soffice e omogeneo. Inzuppare i savoiardi nel caffé amaro, sgocciolarli e adagiarli su una terrina. Coprirli con uno strato del composto montato, stendere un altro strato di savoiardi inzuppati e di nuovo una copertura uniforme del composto. Alla fine spolverare l’ultimo strato con cacao amaro e depositare in frigo per almeno 12 ore.
Il tiramisu ebbe presto fortuna: “Veniva gente da fuori, da Monfalcone, Trieste per mangiarlo, assieme a poi tutti quelli che si fermavano al Roma dopo le escursioni in montagna”. Norma in quel periodo teneva il bancone del bar e in cucina era specializzata proprio nei dolci. “La prima volta che vidi qualcosa di simile al tiramisu fu tempo dopo in un locale nei pressi di Asolo. Adesso nelle ricette ci mettono anche il liquore, ma non ci va. Il mio era senza”.
Così, dopo una minestra di fagioli, tagliatelle e gnocchi fatti in casa; dopo il petto di vitello allo spiedo insaporito dal grasso della pancetta, tutti piatti che in quei tempi Beppino Del Fabbro faceva andare per la maggiore al Roma, si inserì timidamente a fondo menu questo dolce al cucchiaio, destinato in pochi decenni a colonizzare lo spazio dessert su innumerevoli tavole.
La tesi di Norma, che gestiva l’albergo ristorante assieme al marito dal 1947/48, si inserisce e vuole colmare il vuoto di certezze legate alle origini di questo dessert. Ipotesi e leggende ce ne sono tante, la più piccante lo fa risalire alle case di tolleranza della Serenissima Repubblica di Venezia, dove veniva offerto per tonificare i clienti: da lì Tiramisu. Ma anche quella che collega la nascita del dessert a Siena in onore del Granduca di Toscana Cosimo de’ Medici ha a che fare con l’alcova, visto che attribuisce la sua diffusione grazie alla popolarità ottenuta tra i nobili per le qualità ritenute addirittura afrodisiache.
Una tesi plausibile, potrebbe quindi essere quella che tenga conto del nome, tiramisu, già esistente, applicato ad un dolce originale nella sua composizione.
Ad ogni modo chi avesse prove, a favore o contro questa ipotesi, o suggerimenti e tracce da seguire per individuare la nascita del popolare dessert, si faccia avanti, lo spazio dedicato ai commenti è aperto.
erano i primi anni 70, già gestione Cosetti, ci fu a Tolmezzo un concerto dell’orchestra “Angelicum” di Milano accompagnato da letture sacre lette da Giorgio Albertazzi. Avendo collaborato all’organizzazione, fummo invitati dall’attore al Roma per uno spuntino; ci fu consigliato appunto il Tisamisù dolce che l’attore apprezzò moltissimo dal nome “sconosciuto e allusivo”. Non so se valga come prova, ma certo che un attore teatrale ne gira di ristoranti.
Che scoop! Ci vorrebbero però delle prove tangibili a sostegno di questa tesi.
Facendo una ricerca banale su google con “origini tiramisù” si trovano le origini più disparate, dalla repubblica Serenissima alla Toscana, ma ovviamente nessuna porta delle prove concrete sull’origine di questo famosissimo dolce.
Non sottovaluterei però la portata di questa notizia perché il tiramisù è conosciuto in tutto il mondo ed è forse più famoso all’estero che non in Italia.
Perché non spargere la voce con un’operazione di marketing mirata?
Se poi non ci sono prove concrete pazienza, il mondo è pieno di luoghi famosi per credenze e leggende mai scientificamente provate, ed un turista di certo preferisce gustarselo che non stare a leggersi le carte antiche sulle sue origini..
Sarebbe bene raccogliere tutte queste informazioni e metterle in un dossier, quindi darlo in mano a qualcuno che sappia muoversi nel marketing
Qui un ulteriore apporto, segnalatomi su facebook, dove si è animato il dibattito attorno all’origine del dolce:
http://www.time-to-lose.it/la-marca-trevigiana-treviso-eventi-gioiosa-amorosa/treviso/la-vera-storia-vera-del-tiramisu-e-della-sua-autentica-originale-ricetta.html
Appassionati della soap napoletana “Un posto al sole” in onda sui rai 3 riferiscono che tale affermazione è stata fatta all’interno di una puntata già qualche anno fa…
Che buono!!!!
Ho trovato alcune info (NON SO QUANTO CERTE) che fanno risalire il dolce a qualche secolo fa:
http://www.cucina.insw.net/origini_tiramisu.html
http://www.odealvino.com/dolci/tiramisu-origini.html
Qualcuno ha fonti attendibili a riguardo???
Ciao a tutti e W IL TIRAMISU” !!!
POSSO DIRE SOLO CHE HO IMPARATO DA BEPPINO DEL FABBRO E DALLA SIGN. NORMA A FARE IL TIRAMISU’ ED E’ SEMPRE BUONISSIMO……..
Non so se la ricetta indicata nella notizia sia quella effettivamente utilizzata dalla famiglia Del Fabbro: per anni per motivi di lavoro ho passato molte ore a fianco degli eredi (e soprattutto delle eredi) del Cav. Del Fabbro & Signora e NESSUNO tra i pochi che conoscono la ricetta originale ha mai “scucito” il segreto!!!
Ce lo preparavano, era effettivamente “una spanna sopra” rispetto al mio ed a quelli che ho assaggiato in vita mia ma MAI nessuna parola sulla preparazione e sulle dose degl’ingredienti!!!
Che gustoso mistero! Beh, concordo con Albert! Approfondito il tema, una accorta operazione di marketing potrebbe arrivare a suggerire al mondo Tolmezzo come patria del Tiramisù e dopodichè il resto è ovvio:
Festa del Tiramisù con:
-degustazione delle varie ricette di Tiramisù.
-concorsi per “Il miglior Tiramisù”.
-gare a tema del tipo: chi mangia più tiramisù in cinque minuti o anche la corsa del tiramisù, ovverosia correre lungo via Roma fino all’ omonimo albergo tenendo su un piattino una porzione di tiramisù. Questa ovviamente non deve cadere.
-Tiramisù al liquore.
-mostra “Storia del Tiramisù, sua creazione”.
-corsi di cucina.
E così via. Risultato? Finalmente una festa dedicata solo ad un prodotto ed incentrata esclusivamente su di esso, con notevole divertimento e, ovviamente, beneficio per i commercianti del centro non asfissiati dalle tantissime bancarelle e liberi di fare affari con i turisti golosoni venuti ad uopo.
Che sorpresa!
Sono in piena fase Gianni Cosetti. Ora scoprire che pure il tiramisù sia legato a lui, beh è una piacevole sorpresa. Che certo mette la pulce nell’orecchio per la necessità di promuovere a fin di bene lo scoop.
Di tutto l’entusiasmo di marketing che ne è stato da aprile ad oggi?
Da foodblogger mi candido a lanciare, dopo le ferie, un contest online sulle ricette di Cosetti. Sono pazza o banale?
Si dice che il tiramisù sia stato inventato a Siena intorno al 1600, purtroppo per loro la diffusione del caffè in italia ebbe inizio solo verso il 1650 a Vienna e poi a Venezia. Solo in Veneto nel XVII secolo c’erano più di 200 “caffè” in lombardia nei primi anni ‘800, la Chiesa vietava quella bevanda del Diavolo, allora come cavolo hanno fatto a Siena ad avere l caffè prima di tutti? La verità, e io ho parlato con il nipote della Norma e che la paternità del dolce va attribuita a lei o almeno alla regione Veneto, ricordo ancora che i savoiardi sono biscotti tipici piemontesi e che la Norma ha modificato un dolce di Torino a base di savoiardi e caffe’. La storia leggendaria che raccontano a Siena fa acqua da tutte le parti non avevano i savoiardi non avevano il caffè e non avevano il mascarpone diffuso sopratutto in Lombardia e Veneto. Io credo alla signora Norma che ammette di avere modificato un dolce già esistente, una versione molto più credibile di quella Senese. A proposito io sono un pasticcere di Torino di queste cose me ne intendo!! A presto buon tiramisù a tutti!!
Posso confermare l’origine del tiramisù nella creazione di Giuseppe Del Fabbro e di sua moglie. Mia nonna all’epoca lavorava nel bar di fronte all’albergo (sull’altro lato della piazza XX settembre) e mi raccontava di aver insistito moltissimo (era una donna tenace) per avere la ricetta. Che alla fine le fu consegnata con la promessa solenne di non divulgarla. Non so se abbia tenuto fede a tale promessa, ma ricordo di aver gustato il tiramisù fin dagli anni ’60. Ora la paternità del Tiramisù è rivendicata da due ristoranti di Treviso: “El Toulà” e “Le Beccherie”, nonché da molti altri. Ma, purtroppo per loro, la signora Norma ha ragione.