Beppino Englaro nel corso dell'incontro tenutosi a Tolmezzo
A Tolmezzo Beppino Englaro ha affermato con forza la difesa del diritto di poter disporre della propria vita, anche nelle sue fasi finali, espressione di una “libertà fondamentale”. “Se a un carnico toccate la libertà, scatenate l’inferno”.
Un capopolo. Anche senza volerlo. Semmai, spiega, è qui per dialogare e non per impartire lezioni. Beppino Englaro – che d’altronde si definisce “l’essere umano qualunque” – ha però acceso il numeroso pubblico che lo ha ascoltato ieri a Tolmezzo nella sala dell’Albergo Roma e che gli si è per la maggior parte stretto attorno quando, con insospettabile verve oratoria, ha invocato la libertà di scegliere se e come poter essere lasciato morire. Englaro (l’uomo che ha ottenuto per via giudiziaria di poter interrompere l’alimentazione artificiale alla figlia Eluana, morta lo scorso febbraio dopo 17 anni trascorsi in stato vegetativo) ha manifestato la fierezza di appartenenza alla propria terra d’origine, specificando: “L’orgoglio di essere carnico e socialista non me lo toglie nessuno”. Ha più volte voluto precisare che non ce l’ha con la Chiesa o con i cattolici, ma che lui vuole avere “Il diritto di essere lasciato morire” in nome della libertà, e che “qui in Carnia su certi temi mi sento di parlare in casa, perché a un carnico non si deve toccare la libertà, se gliela toccate, scatenate l’inferno. La chiesa faccia quello che vuole, io non faccio parte di alcuna confessione, la rispetto e mi auguro che lei rispetti me, ma io non sono nel recinto della chiesa”.
E di fronte all’ipotesi che passi la legge in discussione in parlamento sul testamento biologico (che prevede tra l’altro che i medici non siano vincolati dalla volontà del paziente) Englaro ha tuonato: “Dovete fare i conti con noi, le vostre leggi che ci tolgono le libertà fondamentali scordatevele, parola di carnici”, invocando l’ipotesi di “intasare le procure” come forma di difesa di un diritto che ritiene inviolabile. (altro…)
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