Crociato non come legamento (anche se lui fa il medico), semmai come scudo e anche soldato che si batte per la propria religione. Parliamo di Mauro Biscosi, volto nuovo del consiglio comunale che oggi voterà anche la sua mozione contro il testamento biologico. Lo abbiamo intervistato su temi locali (la fiducia condizionata al sindaco), etici e “pruriginosi” (Le doppie nozze del suo capo nazionale Casini)
Per qualcuno è troppo rigido, quasi “talebano”, per altri un vessillo di etica cristiana in cui riconsocersi. Mauro Biscosi è forse la novità più significativa della scena politica tolmezzina. Il capogruppo Udc in Consiglio comunale ha ottenuto ampi consensi nell’elettorato grazie, probabilmente, alla convinzione con la quale sorregge il suo operato politico. A ciò aggiunge una schiettezza comunicativa di questi tempi evidentemente rara. Una chiarezza emersa fin dalla prima seduta consiliare, quando ha espresso una fiducia condizionata al sindaco Zearo.
A tre mesi dalle elezioni, l’indice di gradimento di quella fiducia è aumentato, o diminuito?
“E’ vero che rappresento una novità nel consiglio comunale, ma ciò che è più importante e significativo non è il fatto che ci sia Biscosi o Iob, ma che finalmente in consiglio comunale si riaffacci un partito politico in quanto tale. Siamo stati abituati negli ultimi decenni sia a livello locale che nazionale a far coincidere i partiti con una sola persona, e questo vale per entrambi gli schieramenti. La vera novità in consiglio comunale a Tolmezzo è che c’è una forza politica democratica come l’UDC, aperta a tutti, che ha come metodo di lavoro interno la partecipazione e il confronto, ed è lo stesso metodo che pretende all’interno della coalizione. La gente è stufa del politichese e di un certo modo di far politica: noi crediamo di poter rappresentare un popolo senza estremismi o isterismi, proponendo un modo diverso di far politica. Premesso questo, la conseguenza naturale è che fintanto che il Sindaco Zearo si dimostrerà attento alle proposte e alle sollecitazioni dell’UDC (non per l’acquisizione di poltrone, come ogni tanto qualcuno insinua), tese a migliorare la sua capacità amministrativa, non avrà da temere nulla e avrà certamente la nostra fiducia. In caso contrario, valuteremo con estrema attenzione ogni sua (e della giunta) decisione. E’ un modo diverso di interpretare la “res publica”; se a qualcuno non piace, pazienza, se ne farà una ragione”.
L’abbiamo vista battersi con forza contro l’adozione di un registro per il testamento biologico, attraverso la presentazione di una contro mozione. Sul tema ci sono due posizioni difficilmente “emulsionabili”: ovvero c’è lo schieramento cattolico che sostiene che la vita non è un bene disponibile, perché appartiene a Dio, e ci sono i laici, che rivendicano invece la possibilità di disporre di essa, attraverso una dichiarazione di volontà che vincoli i medici ad esempio, a sospendere alimentazione e idratazione. Secondo lei è davvero impossibile arrivare ad una sintesi tra queste due posizioni?
“L’argomento non è sintetizzabile in poche frasi; tuttavia alcune considerazioni si rendono necessarie. Intanto, una questione terminologica: nel caso specifico si dovrebbe parlare di “laicisti” e non di laici, in quanto il vero laico è aperto alla ragione ed esempi ce ne sono (Pera, Ferrara, Sacconi). A mio modo di vedere, l’errore che si sta commettendo è che non si sta guardando in faccia la realtà, e pertanto le conseguenze, essendo le premesse sbagliate, sono peggiori. Voglio dire che se non si riconosce che la dignità dell’uomo e l’uomo stesso non dipendono dalle sue condizioni fisiche, morali, psichiche o quant’altro, allora tutto è permesso. Non è un problema confessionale ma di ragione. L’urto della mentalità laicista e anticristiana sta obiettivamente demolendo i punti sostanziali, sul piano antropologico ed etico, che hanno retto per più di due millenni la nostra tradizione italiana. Chi tra i laici si è messo in gioco in questi termini non ha potuto che accettare la logica che sostiene i movimenti pro-life. Chi ha voluto far prevalere l’ideologia sulla realtà ha fatto o propone di fare scelte, a mio modo di vedere, umanamente aberranti. Tra queste, certamente, vi è il fatto di ritenere l’alimentazione e la idratazione “artificiale” una terapia, quando invece è il sostegno basilare di cui ognuno di noi (sani o malati) ha bisogno per far funzionare la macchina umana”.
Lei è anche medico. Non ritiene che l’obiezione di coscienza di alcuni medici nei confronti della legge italiana (penso alle posizioni di antiabortisti, di contrari alla pillola “del giorno dopo” eccetera), segni una frattura insanabile tra classe medica e Stato? Vada a scapito dei cittadini e che soprattutto posizioni chi la pratica in un terreno “fuorilegge”?
“Le leggi ci sono e vanno rispettate. Detto questo si può in assoluta libertà affermare che una legge come la 194/78 è quanto di peggiore lo stato italiano abbia potuto legiferare nella storia repubblicana. I dati ufficiali ci dicono che in 30 anni di applicazione della legge sono stati eliminati (non uso il termine uccidere perché potrebbe offendere qualcuno) ufficialmente circa 5 milioni di bambini italiani. Qualcuno mi deve spiegare come mai se una persona investe una donna incinta è accusato di duplice omicidio colposo (riconoscendo perciò come persona il bambino in grembo), mentre se lo stesso bambino viene eliminato in una sala operatoria o, molto peggio, nel bagno di casa come avverrà con la RU 486, allora va tutto bene perché lo “dice la legge”. Non è paradossale tutto ciò? Non è forse la sconfitta ancora una volta della ragione? E’ segno di civiltà tutto questo?”
Lei rivendica con orgoglio la propria appartenenza a un movimento politico di ispirazione cristiana. Non prova imbarazzo ad avere al vertice nazionale uno come Pierferdinando Casini, che ama così tanto la famiglia (adesione al Family day) da averne avute due (la seconda nata attraverso un matrimonio civile) in piena contraddizione con la morale cattolica?
“Non provo alcun imbarazzo e rivendico con orgoglio la mia appartenenza all’UDC che ha in Pier Ferdinando Casini il leader politico riconosciuto. Premesso che, in generale, uno può anche sbagliare ma dall’errore redimersi, preferisco, nello specifico, un leader politico – magari non in apparente totale sintonia con il catechismo della Chiesa cattolica- che difende l’istituto del matrimonio, ad un leader con una famiglia perfetta ma che cerca di introdurre leggi e norme che vanno a minare la base stessa della società italiana, come è avvenuto con il tentativo di introdurre i DiCo. E comunque a chi ci accusa di incoerenza, consiglio sempre di togliersi la pagliuzza dal proprio occhio! L’UDC è un partito di ispirazione cristiana, che trova nei principi della dottrina sociale della Chiesa il suo punto di riferimento. Non è, tuttavia, un partito confessionale, e la dimostrazione è data dal fatto che ad esso hanno aderito e stanno aderendo anche soggetti provenienti da aree culturali diverse, ma che riconoscono la ragionevolezza della nostra posizione”.
A livello nazionale siete fuori dal governo PDL, a livello locale in alleanza con. Perché?
“Non c’è da scandalizzarsi, questa non è la politica dei due forni! L’UDC ha una identità ben precisa che ha voluto mantenere fino in fondo con grande coerenza. Hanno cercato di spazzarci via invitando al famoso “voto utile”; non ci sono riusciti e di questo bisogna dire ancora un grazie sincero ai 2 milioni di italiani che nel 2008 alle politiche ci hanno dato fiducia. Altri partiti hanno scelto di sciogliersi in contenitori più grandi privi di un’anima, retti da un lato da un uomo con un carisma così grande da inventarsi un movimento dal predellino di un auto, dall’altro retti dal collante ideologico e, francamente miserevole, dell’antiberlusconismo. Siamo un partito che è disposto a dialogare con tutti coloro che hanno a cuore sul serio il bene comune, e pertanto di volta in volta scegliamo le alleanze sulla base di chi ritiene di condividere e confrontarsi con le nostre proposte senza avere l’arroganza di imporci la propria idea. E’ chiaro che possiamo commettere anche errori di valutazione ma il senso di responsabilità che ci contraddistingue e tanti ci riconoscono ci spinge prima di tutto a cercare una mediazione costruttiva, e poi se questa non è possibile a operare scelte sempre e solo nell’interesse dei cittadini”.
Perché il vostro consigliere Mario Cuder (nominato nel frattempo assessore) si è dimesso? Non le sembra un’operazione discutibile, fatta apposta per garantire l’accesso in consiglio comunale al vostro primo dei non eletti, Iob?
“Il nostro assessore Cuder si è dimesso proprio per permettere a Iob di entrare in consiglio. Lo avrei fatto anch’io se avessi accettato di fare l’assessore. E’ sempre una squadra che vince, mai il singolo. Senza il contributo di tutti coloro che si sono impegnati e hanno aderito alla lista UDC né il sottoscritto né soprattutto Cuder sarebbero stati eletti. La nostra “gratificazione” l’abbiamo già per il fatto stesso di essere stati eletti. Ma il dovere dei capitani è innanzitutto di tener vicino la squadra. E poi, non dimentichiamolo, Iob insieme a Flavio Scarsini hanno contribuito in maniera determinante a rendere l’UDC il primo partito di Illegio. Nonostante il centrodestra abbia raggiunto circa l’80% dei suffragi ancora una volta questa frazione rischiava, come da molti anni accadeva, di essere di nuovo esclusa dal consiglio comunale. L’UDC ha voluto rendere il giusto merito agli elettori di Illegio”.
Una delle vie per combattere la crisi, nonché per aumentare la qualità della vita, passa attraverso l’adozione di comportamenti etici e responsabili nel settore del mercato dell’alimentazione. Può spiegarci cosa prevede la vostra idea di mercato del contadino, se così si può chiamare la proposta?
“Nonostante qualcuno tenda a minimizzare e a sottovalutare il problema, anche Tolmezzo gli effetti della crisi si stanno facendo sentire non solo a carico delle imprese ma più in generale a soffrirne sono molte famiglie, soprattutto quelle delle fasce più deboli (pensionati in primis) o con figli e famigliari a carico. L’UDC di Tolmezzo da alcune settimane ha istituito un tavolo di lavoro che ha prodotto una serie di proposte e iniziative che sottoporremo inizialmente alla maggioranza di governo della città. L’attivazione del “mercato del contadino o farmer-market” rappresenta una di queste proposte. Per combattere il carovita la formula produttore-consumatore è tornata di attualità. La filiera corta infatti, con l’eliminazione degli intermediari, evita il moltiplicarsi dei prezzi (anche del 200%) dalla produzione al consumo. Risparmiare acquistando dal contadino può essere quindi una delle soluzioni per uscire dalla crisi. Il farmer-market può favorire lo sviluppo locale, ed inoltre tutela la qualità di prodotti, fa incontrare i consumatori con aziende agricole e del settore lattiero-casearo controllate attraverso la vendita diretta di prodotti di qualità, la valorizzazione dell’origine e del territorio di produzione che non necessariamente deve essere quello carnico, ma aperto al coinvolgimento anche di aziende di altre zone della regione. Sono già molti mesi che l’istituzione del farmer-market a Tolmezzo è oggetto di riflessione e di programmazione da parte degli assessorati competenti: la nostra vuole essere solo una sollecitazione per una rapida attivazione dello stesso. Abbiamo chiesto al sindaco di farsi garante con le aziende interessate e con le associazioni di Categoria affinché i prezzi proposti al consumatore siano realmente inferiori a quanto comunemente presente nel mercato, al fine di rispondere alle finalità del decreto ministeriale e all’obiettivo di risparmio per le famiglie”.
Francesco Brollo
Complimenti Mauro, sarebbe veramente bello se tutti i politici ( come del resto dovrebbe essere ) fossero animati dal tuo senso di responsabilità verso la collettività e anche dallo spirito di sacrificio che ti contraddistingue, in bocca al lupo per le tue ( e nostre ) battaglie, siamo con te, Mandi e Grazie.
Condivido alcune considerazioni economiche e localistiche dell’intervistato, che peraltro non conosco. Resto però sbalordito circa la sequenza degli articoli.
Far seguire all’intervento di Beppino Englaro l’intervista al dott. Biscosi, tende a porre le due personalità su due diverse, ed opposte, barricate; squalificando così i rispettivi messaggi e portandoli a livello di tifoseria calcistica.
Un colpo al cerchio ed uno all abotte che annacqua entrambi.
Gentile Emanuele, non sono assolutamente d’accordo sul fatto che eventuali posizioni contrastanti o riguardanti gli stessi temi visti da due punti di vista diversi debbano essere paragonati ad una tifoseria calcistica anzichè ad una civile e ragionata comparazione di vite vissute ed opinioni, che lette a confronto, permettono la comprensione di due mondi diversi. personalmente ritengo che la fede sia un atto di accettazione di assiomi, in quanto tali indiscutibili, la tifoseria calcistica spesso (e non vorrei essere blasfema nel paragone) sfiora la fede . . . per contro sono fermamente convinta che la politica e i grandi temi sociali ed umani, che in parte o del tutto potrebbero tocccare la vita di ognuno di noi ,vadano sviscerati confrontati discussi e raccontati. Pertanto la sequenza degli articoli non può e non deve squalificare eventuali contenuti, sempre che gli stessi vengano accolti da chi abbia davvero voglia di affrontarli senza pregiudizi o almeno da chi sia pienamente consapevole dei propri.
Consiglio a tutti e in particolare a coloro che nel 2009 portano avanti toni e metodi da Crociata Albigese” il libro del Professore Gian Enrico Rusconi intitolato “Come se Dio non ci fosse. I laici, i cattolici e la democrazia”.Einaudi 2000.
Emanuele,
resti addirittura sbalordito dalla collocazione dei due articoli? Per me ci sta. E non svilisce nessuno dei due intervistati. Sono infatti portatori di due istanze opposte sul testamento biologico e anzi, averli messi vicino aiuta il lettore a confrontare le due idee. Semmai parliamo del contenuto dei loro interventi. Entrambi ad esempio hanno “aggirato” alcuni quesiti. Englaro non mi ha risposto sul dubbio legato al cambio di idea che posso avere dopo un incidente. Biscosi su Casini ha in pratica detto che preferisce uno che predica bene, ma razzola male, piuttosto che viceversa.
Francesco Brollo
Ritengo che per Englaro, come per noi, l’unica maniera per rispondere ad una domanda retorica sia eluderla.
Non credo che fosse retorica. Chiedevo a lui, che personalmente e nei contatti con medici, studiosi di bioetica, e soprattutto nell’esperienza personale, ha sviscerato il tema dello stato vegetativo e della volontà del paziente, cosa ne pensasse di questo mio dubbio, che è quello di molta altra gente. A dirla tutta, pur condividendo la sua battaglia, l’ho visto molto arroccato, forse perché estenuato da anni di lotta e per questo chiuso sulla difensiva.
Francesco Brollo
Non conosco il sig. Biscosi e non mi pronuncio sulle scelte politiche dell’udc a livello locale e nazionale. Le risposte, lo ammetto, mi hanno un po’ deluso, in quanto mi aspettavo si potesse tralasciare le ormai trite e ritrite banalità e semplificazioni. Ciò che però mi ha particolarmente infastidito sono la pretesa di avere la Verità assoluta e guai a chi la pensa diversamente, e soprattutto il vizio di raccontare, sapendolo di farlo, bugie piccole (casini) e grandi (legge 194). Prima che la 194 entrasse in vigore in Italia si contavano 300 000 aborti clandestini all’ anno, che nessuno, nemmeno la chiesa, vedeva. Adesso si parla di 130 000 aborti circa. poi si può essere contrari alla legge, ma certe sparate (50000000 di bambini ammazzati, comparare incidenti d’auto con l’ aborto,mah) non sono certo un modo corretto per discuterne . Qualcuno stasera dovrà confessarsi.
Gentile Francesco, mi permetta di correggerLa sulla sintesi che ha fatto, in una delle risposte, alle mie riflessioni su Casini. Il mio non è un elegio all’incoerenza (“preferisce uno che predica bene, ma razzola male, piuttosto che viceversa”). Al verbo predica sostituirei governa o legifera, perchè è innegabile che le leggi fanno cultura. Per cui leggi sbagliate possono creare pessima cultura. Il problema della 194 è che con essa, introducendo per legge un atto di morte, ha contribuito a far crescere una cultura di morte piuttosto che la cultura della vita.
Mi dispiace aver dato la sensazione nelle risposte alle sue domande di voler imporre la Verità assoluta ad altri, come il Sig. Stocco mi fa notare. Non mi pareva e mi scuso se questo è il suo sentimento. Mi chiedo solo se la morte di 5 milioni di bambini rappresentino davvero “trite e ritrite banalità e semplificazioni”. Consiglierei, però, al sig. Stocco che prima di dare del bugiardo al sottoscritto (“guai a chi la pensa diversamente, e soprattutto il vizio di raccontare, sapendolo di farlo, bugie piccole (casini) e grandi (legge 194)”) di andare a leggere alcuni di quei libri che la cultura politically correct preferisce boicottare. Nello specifico “IL GENOCISDIO CENSURATO” , A. Socci, 2006, PIEMME che ha il vantaggio
di aprire gli occhi su un argomento spinoso e messo sotto silenzio da troppa gente mediante una relazione documentata e ottimamente presentata. L’altro libro che consiglio è “L’ALBA DELL’IO. Dolore, desideri, sogno, memoria del feto”, Autore Bellieni Carlo V., 2004, Società editrice Fiorentina.
Poi, visto che si è abili a usare internet, consiglio di andare a vedersi il filmato “il grido silenzioso” che si può trovare sulla home page del sito http://www.Kattoliko.it
Poi, se volete ne riparliamo. Grazie
Mauro
D’accordo, effettuiamo la sostituzione: “Preferisco uno che governa o legifera bene, ma razzola male”. Resta il fatto per me incontestabile di un attrito tra la morale cristiana e i comportamenti di Casini, che mai mi permetterei di criticare in proposito se non si fosse fatto lui stesso paladino del concetto della famiglia. Concetto che, ripeto, ha messo molto bene in pratica, avendone avute due.
Riguardo all’aborto, come per il testamento biologico il punto d’incontro è difficilmente raggiungibile. E molto si discute su quando il feto diventi “res cogitans”. Sono contrario all’aborto come sistema di controllo delle nascite vedi Cina o Nord Corea o Sud America, ma mi viene estremamente difficile usare il termine genocidio e non riconoscere un diritto alla donna. Bisognerebbe in primis che nei paesi in via di sviluppo, o in costante sottosviluppo, si facesse una seria opera di educazione alla contraccezione, evitando bigotte ambiguità. Solo così potremmo sperare di non far ricadere sui nascituri la scure di vetuste incapacità a guardare in faccia la realtà, che in Africa ad esempio si associano alla diffusione di malattie come l’HIV.
Francesco Brollo
Non avrei voluto partecipare a questo scambio di opinioni. Anche se sono passati ormai una decina di anni da quel evento, la coscienza ancora mi tormenta. Credo che sia importante, quando si parla di questioni come la 194 o il testamento biologico, riconoscere che le esperienze, le storie, le emozioni, i pensieri, le condizioni, le situazioni sono le variabili che ci portano a scegliere azioni che, ritengo, non debbano essere giudicate dall’alto di un credo o di un idea politica. La responsabilità di quelle scelte e delle motivazioni che hanno portato a quelle scelte, ve lo posso assicurare, pesa come un macinio sulle vite di coloro che le hanno subite, in modo passivo o attivo che sia. Non è una legge presente o non presente che può in qualche maniera cambiare questa situazione. La tua scelta, con tutte le sue conseguenze, ti seguirà come un’ombra per tutta la vita!
AL DI LA’ DELLE LIBERE CONVINZIONI DI OGNUNO DI NOI, RITENGO GIUSTO E DOVEROSO IL RISPETTO DELLE IDEE ESPRESSE NELL’INTERVISTA DA MAURO BISCOSI. LE SUE IDEE “FORTI” NON OFFENDONO NESSUNO MA VANNO NELLA DIREZIONE DI DENUNCIARE UN MODO DI FARE E DI ESSERE “DERESPONSABILIZZATO” E MI FERMO QUI’. L’ATTIVITA’DI BISCOSI NEL CONSIGLIO COMUNALE E’ STATA SINO AD OGGI IMPRONTATA ALLA RICERCA COSTANTE DI UN PUNTO DI EQUILIBRIO TRA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE SENZA MAI IGNORARE PREGIUDIZIONALMENTE LE PROPOSTE E LE ISTANZE DI QUEST’ULTIMA QUANDO QUESTE SI RIVELINO POSITIVE E LUNGIMIRANTI PER IL BENE DELLA NOSTRA CITTA’ DI TOLMEZZO.
OCCORRE, PERTANTO, UNA POLITICA CHE RIPORTI AL CENTRO DELLA SUA AZIONE LA PERSONA SCEVRA DA INTERESSI O PEGGIO ANCORA LOCALISMI DELETERI ; UNA POLITICA INTESA COME SERVIZIO E VOTATA ALLA RICERCA DEL BENE COMUNE CHE CONSENTA UNO SVILUPPO ARMONICO E COMPLESSIVO DI TUTTA LA NOSTRA COMUNITA’.
SE MAURO E GLI ALTRI AMICI DELL’U.D.C. SAPRANNO FARE QUESTO AVRANNO, CREDO E MI AUGURO, UN FORTE SEGUITO PER LA COSTRUZIONE DI UN SOGGETTO POLITICO
BEN RADICATO, ATTENTO AD ASCOLTARE TANTO LE ISTANZE CHE PROVENGONO DAL TERRITORIO QUANTO I BISOGNI E LE ASPETTATIVE DI TUTTA LA COMUNITA’ TOLMEZZINA.
Basandomi sui dati ufficiali ( se poi mi dice che non sono veri, allora il discorso è un’ altro), la legge 194 ha salvato (-45%) 10 000 000 bambini (feti). Inoltre dobbiamo deciderci: se si afferma che nell’ Italia pre-legge 194 non c’erano centinaia e centinaia di migliaia di aborti clandestini all’anno, con rischi altissimi per la donna, con metodi orrendi (meglio tralasciare in questo spazio), tra il silenzio di tutti, bene, allora effettivamente non so di cosa stiamo parlando. Non occorre discutere una legge che non serve. Se invece si parte da presupposti più oggettivi allora ben venga il dialogo. Per quanto riguarda le letture consigliate prometto che leggerò al più presto “l’ alba dell’ io”, mentre invece non leggerò Socci, dopo averlo rapidamente scorso. Non mi è piaciuto per le ragioni già dette:tesi non contrastata da ombre di dubbi, mancanza di dati, o meglio, interpretazione di dati a suo favore, mancanza di antitesi etc.. Invece, e non c’entra specificatamente con questa discussione, ma riguarda la separatezza tra stato laico e stato della chiesa, il rispetto reciproco etc, consiglio un libro appena uscito, scritto a 4 mani dal vescovo di Caserta Nogaro e il vaticanista Orazio La Rocca, ed Laterza. condivido Nonino, la scelta dei abortire penso sia così pesante e difficile da accompagnare poi chi l’ha fatta per tuta la vita. ma questo è un’ altro ambito.
laici e laicisti? è forse come dire cristiani e cattolici?
mi sembra che questi cattolici leggano troppe encicliche e troppo poco il Vangelo. dopo secoli di inquisizioni, antisemitismo, connivenza con dittatori e mafiosi sarebbe ora che si facessero i c… loro.
Non condivido Nonino,in quanto l’abortire è conseguenza di un rapporto sessuale preso alla “leggera” e ovviamente senza precauzioni,non credo poi che la scelta di ricorrere ad esso sia poi cosi pesante…..!!!L’aborto coinvolge attivamente sia laici che cristiani,nel senso che è praticato da entrambi,meglio sarebbe se la Chiesa prendesse posizione a favore degli anticoncezionali,e se tutti noi ci facessimo chiarezza sulla nostra Cristianità. “Usata”molto spesso a nostro comodo,a mio parere conseguenza di una politica ecclesiastica della Chiesa,in cui molti non si riconoscono!!!
In quanto all’AMICO MAURO BISCOSI,non voglio per una volta giudicarlo politicamente,ma aprezzo di LUI le doti umane e la disponibilità al dialogo con tutti,cosa che in politica è difficile da riscontrare.
MANDI
Ecco era proprio di questo che stavo parlando. Del giudizio delle persone che non conoscono le “leggerezze” che hanno portato a quello che credo sia uno dei momenti in cui i dubbi ti assalgono e resteranno con te per tutta la vita. Ognuno è libero di pensare e fare scelte conseguenti e congruenti all’essere cristiano, cattolico, laico o laicista; ma non ha il diritto di giudicare le azioni degli altri senza sapere, senza conoscere, senza immedesimarsi nelle storie e nelle esperienze degli altri. L’ignoranza, nel senso dell’ignorare, è uno dei mali di questo secolo e parafrasando un noto detto: la madre degli ignoranti è sempre incinta.
Alessandro,
credo invece che la scelta di abortire sia tutt’altro che leggera e non pesante, ma pesantissima. Questo che si sia favorevoli o contrari.
Francesco Brollo
infatti. nessuno ha mai parlato di “leggerezza”, anzi, piuttosto di pesantezza, di gravezza, di scelta greve e “finale”, per così dire. tutti i temi legati all’ etica, tutte le scelte “ultime”, devono essere vissute con grande profondità e serietà. lo Stato non deve, non dovrebbe, entrare nel merito delle scelte personale, ma dare strumenti il più possibile equilibrati e seri per vivere la propria individualità. questo vale anche per il discorso del testamento biologico, dell’ eutanasia, ma anche, più semplicemente, del divorzio e di tante altre scelte che uno stato veramente laico deve permettere ai propri cittadini. ritenere queste scelte leggere,secondo me, non danno ragione della parte contemplativa del nostro vivere. penso
Non mi esprimo sulla bontà dell’agire politico del signor Biscosi, non avendo elementi a riguardo. Tuttavia, in qualità di membro di un’associazione socia del Centro Servizi del Volontariato del FVG, vorrei esprimere la mia perplessità per come il sig. Biscosi ha interpretato il suo ruolo di rappresentante CSV per l’Alto Friuli, conferitogli dalle associazioni iscritte. Una presenza “spirituale”, direi. Non in quanto tesa al trascendente, ma perché contraddistinta da una concreta e fisica assenza verso i sodalizi rappresentati.
Sulle importanti questioni del testamento biologico, concordo con quanto espresso negli interventi di questo blog da Claudio Stocco e Stefano Nonino.
Non per questo credo, umilmente, di essere contro la vita. Penso infatti che vi possa essere dignità anche nelle scelte (certamente dolorose) avvenute nei casi di Welby ed Englaro. Inoltre, ritengo di avere il diritto di disporre pienamente della mia vita, senza che questo mi vieti di rispettare chi ritiene che la stessa (inteso come la sua vita, non la mia) sia bene indisponibile, perché cosa divina. Mi riservo ancora di dire che la complessità del tema mi pone (e mi impone) continue riflessioni e confronti con chi ha opinioni diverse. Non nego però di invidiare coloro che, in proposito, si sentono pervasi da assolute convinzioni, innalzandosi ad indiscutibili ed indiscussi depositari della verità.
Anche se non sono credente, ho condiviso il contenuto della “Lettera di Natale” scritta da dieci parroci friulani nel dicembre scorso. Tutti “preti di frontiera”, che quotidianamente si “sporcano le mani” contro vecchie e nuove povertà, disagi sociali, intolleranze. Penso che sia stato proprio questo “sporcarsi le mani”, questo contatto vero con la società in cui viviamo, soprattutto nelle sue manifestazioni più dure, ad averli spinti ad invocare la sospensione del giudizio su tutti coloro che si trovano coinvolti in situazioni e scelte così laceranti, come avvenuto nella vicenda Englaro. E questo diversamente da quanto fatto da parte del mondo cattolico, prodiga di anatemi e invettive, di accuse di omicidio rivolte ad un padre, spesso scagliate dalla torre d’avorio di chi a forza di guardare il cielo perde contatto con il mondo, sentendosi ammantato di sacrale santità.
Sono cresciuto in una famiglia cattolica, e ricordo i discorsi sulla carità, sull’umiltà e sul grande messaggio di amore di un Dio che ha scelto di farsi uomo e morire sulla croce per la salvezza del mondo. Forse faccio confusione con i ricordi, ma non trovo concordanza tra queste parole e gli anatemi di cui sopra, che non mi comunicano nessuna sensazione caritatevole. Mi trasmettono invece solo l’arroganza di chi, parlando di croci probabilmente mai portate o viste, si sostituisce a Dio, impossessandosi della sua imperscrutabile verità.
gentile sig. Denis, fermo restando che lei non mi ha mai contattato come hanno fatto invece altre associazioni per problemi che li potessero riguardare al fine di cercare di risolverli, Le ricordo che l’impegno nel CSV è assolutamemnte volontario. Essendo sopraggiunti problemi personali ho chiesto diverse volte al Presidente del CSV se non ritenesse opportuno sostituirmi. Quando vi furono le elezioni per la nomina del rappresentante per l’Alto friuli non ricordo di aver visto la fila di persone disposte a impegnarsi gratuitamente, nè, ma forse mi sbaglio perchè non la conosco e non ho memoria fotografica, soprattutto non ho visto lei. Se ritiene di volersi prendere questo impegno (che sono certo svolgerà meglio di me) al prossimo rinnovo di cariche si faccia avanti.
Gentile sig. Biscosi, non voglio nel modo più assoluto entrare in merito ai suoi “sopraggiunti problemi personali” e mi scuso pubblicamente se, anche indirettamente, posso averlo fatto.
In relazione al ruolo di rappresentante dell’Alto Friuli, ricordo che l’incaricato che l’ha preceduta, pur vivendo al tempo per ragioni lavorative nel casertano, convocava almeno una riunione annuale con le associazioni iscritte. All’interno di varie e diverse occasioni promosse in regione (non in Carnia) dal CSV, ho sottolineato (non da solo fra i carnici) l’esigenza di promuovere almeno un incontro annuale tra il rappresentante territoriale e i sodalizi soci, visto che dalla scadenza del mandato del precedente rappresentante non è stata convocata nessuna specifica riunione con gli iscritti. Questo e niente di più.
Può essere che in una delle occasioni “regionali” suddette ci siamo anche visti, ma nemmeno io possiedo una memoria fotografica. Quindi, la mancata comunicazione può essere tranquillamente addebitata al caso o, diversamente, alla difettosa amplificazione delle sale.
Aggiungo poi che tale richiesta è stata da me inoltrata anche all’incontro di presentazione del bilancio sociale del CSV, svoltosi a Tolmezzo in via Lequio, a cui erano presenti (oltre al direttore) anche due rappresentanti di zona (Udine e Gorizia, se non ricordo male). Purtroppo Lei non c’era, altrimenti avrei trovato modo per renderLa partecipe della mia opinione. Avrei inoltre ovviato alla conoscenza personale che non abbiamo, per la quale non mi sono permesso di disturbarLa contattandoLa al di fuori degli incontri ufficiali. Proprio perché, come dice Lei, non si tratta di lavoro ma di volontariato.
Poi, trattandosi di rappresentanze associative, ai fini di un dibattito efficace e costruttivo, prediligo i canali ufficiali a quelli personali. In ogni modo, dato che gli incontri ufficiali con i sodalizi non ci sono stati, recito il mea culpa per eccesso di zelo e mancanza di intraprendenza.
Per quel che riguarda una mia possibile candidatura alla rappresentanza locale del CSV, Le dico che la mia attività di volontariato è già piuttosto intensa (credo che chi mi conosce, senza falsa modestia, possa convenire a riguardo) e non sono avvezzo ad assumermi ruoli che non posso portare avanti in modo concreto. Anche se sono gratis.
RingraziandoLa per la possibilità di confronto concessami, Le porgo cordiali saluti.
PS: Chiedo scusa ai lettori del blog per aver utilizzato questo spazio in comune per una risposta che esula dai temi che sono stati finora trattati nei commenti. Di nuovo cordiali saluti.
Vorrei intervenire su vari argomenti trattati nell’intervista e di seguito nei commenti, inizio dal volontariato. Da dieci anni faccio attivamente parte di un’associazione, il lavoro che svolgo è totalmente a titolo gratuito, ma mai ho pensato che il mio impegno, data la gratuità, potesse essere approssimativo, anzi, a maggior ragione visto che è frutto di una libera scelta, ha per me, pari dignità di un lavoro retribuito così come la responsabilità nei confronti degli associati che mi hanno eletta. Tuttavia può capitare che si creino delle situazioni in cui ti viene proposto o richiesto, magari da qualcuno a cui non sai o non puoi, dire di no, di svolgere un certo compito. Oppure possono sopraggiungere impegni in un secondo momento che ti impediscono di assolvere all’incarico che hai accettato magari superficialmente. Spesso agli incontri del CSV, a cui io e Denis Baron partecipiamo con una certa regolarità, si è parlato del rappresentante della Carnia che, come una meteora, era presente alle elezioni e poi mai più. Certo se fosse riuscito a convocare almeno una volta le associazioni carniche e avesse espresso chiaramente le sue difficoltà avremmo potuto dialogare, confrontarci e trovare insieme una soluzione.
Mi sia permesso un piccolo appunto sul merito che Iob e Scarsini, che non conosco, avrebbero nel successo dell’UDC a Illegio durante le ultime elezioni. Penso che, almeno in parte, debba essere riconosciuta a qualcun altro. Fino a pochi anni fa, Illegio era un paesino isolato e sconosciuto ai più. Ora, grazie alle splendide mostre d’arte sacra sapientemente organizzate e intelligentemente promozionate da don Alessio, è salito agli onori di cronaca occupando ampi spazi sui media. Va da sè che la popolazione nutre grande fiducia in chi ha operato tale miracolosa trasformazione, pertanto se prima delle elezioni, sostiene una candidatura, la comunità unita, devota e riconoscente l’appoggia.
Personalmente sono contraria all’aborto. Penso che non avrei mai la forza per farlo, rimarrei schiacciata dalla paura del rimorso. Anch’io credo che sia una decisione che segna per tutta la vita. Tuttavia ho votato per l’aborto, perchè ritengo che, al di là di tutte le discussioni sull’inizio della vita per il feto, la donna, sulla cui vita nessuno può sollevare dubbi, abbia diritto a tutte le cure e le tutele possibili. Quello di cui secondo me troppo poco si parla e invece sarebbe utile a limitare significativamente il numero degli aborti, è il sostegno che si dovrebbe offrire a qualunque persona ne abbia bisogno in termini di informazioni, formazione, consulenza sanitaria, psicologica, legale, aiuto economico, conciliazione dei tempi lavoro-famiglia, politiche sociali in grado di dare risposte adeguate alle esigenze delle future mamme, etc.
In attesa che tutto ciò sia concretizzato, che non si verifichino più violenze sulle donne, che si attui una vera inclusione sociale per le persone con difficoltà di ogni tipo, continuerò a votare per l’aborto.
Inoltre, io che ho una famiglia unita, una tranquilla situazione economica e direi, una buona qualità di vita, non mi permetterò mai di giudicare chi, con grande sofferenza, ne sono convinta, arriva a prendere una simile decisione.